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Gestione del Tempo e Compimento della propria Missione

L'Effetto Zeigarnik e la Trasformazione Missionaria

Nel nostro cammino di fede e nel nostro impegno missionario, ci troviamo spesso di fronte a una moltitudine di compiti, responsabilità e progetti incompiuti. Questa esperienza universale può essere spiegata da un noto fenomeno psicologico: l'effetto Zeigarnik. Prende il nome da Bluma Zeigarnik, psicologa e psichiatra lituana, che lo scoprì negli anni '20. Questo fenomeno, noto anche come "effetto compito incompiuto", si riferisce alla nostra tendenza a ricordare meglio i compiti interrotti o incompiuti rispetto a quelli completati. Comprendere questo principio può aiutarci a gestire meglio il nostro tempo e ad entrare pienamente nella trasformazione missionaria a cui il Signore e la Chiesa ci chiama.


1. L'Effetto Zeigarnik: Uno Strumento per la Gestione del Tempo

Il nostro cervello rimane vigile finché la missione assegnata non è stata portata a termine. Questo principio può rappresentare una leva potente per organizzare la nostra vita missionaria ed evitare di procrastinare.

Gesù stesso mostra un vivo senso di realizzazione nella sua missione: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera».(Giovanni 4:34). Questo impegno totale ci invita a perseverare e a non lasciarci distrarre dai compiti incompiuti.

Questo effetto può anche essere fonte di stress se accumuliamo troppe responsabilità senza organizzarle in modo efficace. L’obiettivo è quindi quello di trasformare questa naturale tendenza in una risorsa per strutturare meglio il nostro impegno missionario.

Nei momenti di stress, l'effetto Zeigarnik influenza profondamente il modo in cui gestiamo il nostro impegno e persino la nostra pace interiore:

  • Aumento dell'ansia: Un accumulo di compiti incompleti può generare stress e una sensazione di disordine.

  • Rischio di dispersione: Lasciando troppe missioni incomplete, rischiamo di perdere il nostro focus sull'essenziale.

  • Stimolazione della perseveranza: Questo effetto può anche essere una motivazione per portare a termine i compiti affidati.

  • Diminuzione della soddisfazione: Finché non abbiamo completato un impegno, possiamo provare una sensazione di vuoto o insoddisfazione persistente.

  • Rafforzamento della memoria: Le missioni incompiute restano ben radicate nella nostra mente, spingendoci a ritornarvi regolarmente.


2. Structurer son Engagement Missionnaire

Papa Francesco, nella Evangelii Gaudium, ci ricorda che «il tempo è superiore allo spazio» (EG 222), indicando che l’importante non è affatto controllare nell’immediato, ma compiere azioni concrete nel tempo. Quindi la chiave è mantenere una visione d'insieme mentre si procede gradualmente.

Ecco alcuni elementi chiave per gestire efficacemente i nostri impegni missionari, tratti dalla matrice di Eisenhower:

  1. Ciò che è importante e urgente viene fatto personalmente e immediatamente.

  2. Ciò che è importante e non urgente viene fatto personalmente e gli viene assegnata una scadenza.

  3. Ciò che non è importante ma urgente viene delegato.

  4. Ciò che non è né importante né urgente viene abbandonato.


3. La Perseveranza e la Grazia del Compimento

San Paolo ci esorta: "Non ci stanchiamo di fare il bene; perché, a tempo debito, raccoglieremo, se non ci rilassiamo" (Galati 6,9). La tentazione di abbandonare alcune missioni incompiute è reale, ma la fedeltà alla nostra chiamata missionaria è un cammino di santificazione.

Il nostro lavoro missionario non dipende solo dalla nostra efficacia, ma anche dalla fiducia nello Spirito Santo, principale protagonista della missione e che porta a termine l'opera iniziata. A volte ci sembra che i nostri sforzi non diano frutti immediati, ma Dio agisce nel tempo e fa crescere ciò che seminiamo.

Per rafforzare la nostra perseveranza, è essenziale:

  • Affidarsi alla preghiera e ai sacramenti: L'Eucaristia e la confessione ci danno la forza di continuare nonostante gli ostacoli.

  • Tenere gli occhi fissi su Gesù: Lui è il nostro modello e la nostra forza nelle prove, come afferma Ebrei 12,1-2: "Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, guardando a Gesù, che è l'autore e il perfezionatore della fede."

  • Non temere i fallimenti: Dio non ci chiede di essere perfetti, ma di essere fedeli. Anche se cadiamo, Lui ci rialza e ci rinnova.

  • Circondarsi di fratelli e sorelle in Cristo: La vita comunitaria ci sostiene e ci incoraggia a portare a termine la nostra missione.

  • Ricordare che ogni piccolo passo conta: Anche un semplice atto di carità o una preghiera umile contribuiscono all'edificazione del Regno di Dio.


Prendendo consapevolezza dell'effetto Zeigarnik, impariamo a non scoraggiarci di fronte ai nostri impegni in corso. Ogni passo, anche modesto, contribuisce al compimento della missione ricevuta.


Conclusione: Una Missione da Completare

L'effetto Zeigarnik ci ricorda che l'incompiuto ci stimola a perseverare. Nella nostra missione cristiana, questo diventa un invito a non fermarci lungo il cammino, ma a proseguire fino alla fine, sostenuti dalla grazia divina.

Come Cristo sulla Croce che disse: "Tutto è compiuto" (Giovanni 19,30), anche noi siamo chiamati a portare a compimento le missioni che Dio ci affida. Che lo Spirito Santo ci dia la forza e la saggezza per gestire il nostro tempo con fede e coraggio, affinché siamo operai fedeli nella messe del Signore!

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